Cosa prevede la direttiva UE sulle case green
Copertina_Normativa_ue_casegreen
Facebook
LinkedIn
Email

L’obiettivo è più che ambizioso: trasformare tutti gli immobili d’Europa in edifici a emissioni zero, efficienti e non inquinanti. La Direttiva UE “sulle case green” (come è stata battezzata in Italia), da poco approvata dal Parlamento Europeo prevede un percorso a tappe, per arrivare gradualmente a eliminare le emissioni di anidride carbonica prodotte dagli edifici, pubblici e privati. Dal punto di vista climatico e ambientale, si tratta di un tema cruciale, visto che gli immobili rappresentano una delle fonti principali di consumo energetico, e quindi di inquinamento, in Europa.

Cosa prevede la direttiva UE sulle case green 1

In dettaglio, la direttiva prevede:

– entro il 2030 gli edifici privati devono rientrare almeno nella classe energetica E;

– entro il 2033 dovranno passare alla classe energetica D o a una superiore;

– entro il 2050 nessun edificio dell’Unione europea potrà più produrre emissioni dirette di anidride carbonica, e non potrà utilizzare combustibili fossili per il riscaldamento.

Per gli edifici pubblici e per quelli privati non residenziali i tempi sono ancora più stretti: il primo obiettivo dovrà essere centrato entro il 2027 e il secondo entro il 2030. La norma prevede anche importanti esclusioni: innanzitutto le seconde case, e poi gli edifici di interesse storico o artistico, gli edifici di culto e le case con una superficie inferiore a 50 metri quadri.
I nuovi immobili devono essere costruiti in modo da meritare da subito, nell’Attestato di prestazione energetica (Ape), la classe A. Per gli altri, se si trovano nelle classi G o F, sono necessari lavori di ristrutturazione in grado di migliorare sensibilmente la loro efficienza energetica: installazione di pannelli solari e impianti fotovoltaici, coibentazione di tetti e pareti, installazione di impianti di produzione o consumo di fonti rinnovabili, interventi di isolamento termico (cappotto termico, sostituzione infissi).

Si tratta, naturalmente, di interventi costosi, ma è più giusto considerarli come veri e propri investimenti, e non come spese. Investimenti, per di più, che hanno tempi di ritorno estremamente rapidi, attraverso i fortissimi risparmi che producono sul piano dei costi energetici dell’edificio. Un’abitazione di classe A consuma un decimo dell’energia di una di classe G: significa spendere 100 dove si spendeva 1000.
Moltiplicando il risparmio per i circa 30 milioni di immobili che, secondo le stime, saranno interessati in Italia alla riqualificazione energetica, si ottiene un risultato davvero imponente.
In buona parte, poi, gli interventi potranno essere finanziati con le misure di sostegno economico che saranno messe in campo dalla stessa Unione europea (150 miliardi di euro fino al 2030), oltre che con il nuovo Fondo sociale per il clima (72 miliardi di euro). Ogni Stato dell’Unione dovrà adottare un Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, e anche questo dovrà prevedere finanziamenti e aiuti. Il ritorno
dell’investimento per i privati si ridurrebbe dunque a tempi davvero brevi. Ma soprattutto, una casa a emissioni zero è una casa ultra confortevole, amica dell’ambiente, riscaldata (o raffreddata) in maniera efficiente: una casa alimentata con un’energia pulita, sicura e quasi gratuita, per sempre.

A tutte queste caratteristiche risponde la splendida Villa Catia, che The Dream RE propone in affitto a Forte dei Marmi. Progettata e costruita con metodi avanzati di tecnologia domotica e risparmio energetico, e utilizzando prevalentemente materiali naturali, oltre che di pregio, rappresenta un connubio perfetto tra design e tecnologia.

Cosa prevede la direttiva UE sulle case green 2
ALTRI
articoli